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In Ucraina, il sapere di non essere soli offre un raggio di speranza

Qualche giorno fa abbiamo incontrato fr. Paskalis del convento di Sharhorod e fr. Bernard del convento di Zytomir. Ci hanno raccontato le conseguenze della guerra sulla vita delle persone in Ucraina. Decine di migliaia di vittime, sopravvissuti con traumi permanenti che lottano per ritrovare il proprio equilibrio. Le bombe hanno distrutto case e intere città, richiedendo anni per la ricostruzione.In quelle strade, ancora impregnate di paura e tensione, a distanza di quasi due anni dall’inizio del conflitto, si respira una profonda sofferenzaMolti profughi hanno fatto ritorno alle loro case, scoprendole distrutte, a causa dei terribili bombardamenti.
Palazzo distrutto in Ucraina
Un palazzo distrutto a causa della guerra nella città di Konotop.
Il sindaco di Sharhorod ha offerto loro rifugio in abitazioni abbandonate, che risultano essere fragili e precarie, spesso prive di acqua ed energia elettrica, aggravando ulteriormente le difficoltà dei residenti.Fr. Bernard ci racconta che molti hanno scelto di tornare in Ucraina negli ultimi mesi, mossi dalla consapevolezza che qualcosa o qualcuno li aspettasse nei luoghi in cui sono nati e cresciuti. Ma hanno trovato solo le macerie di ciò che era un tempo la loro casa, un luogo di legami, passioni e ricordi. Oggi sembra che tutto questo sia stato cancellato, le vite che avevano costruito non esistono più.Fr. Paskalis spiega che per i giovani è più facile guardare al futuro, mentre gli anziani si aggrappano disperatamente a ciò che hanno lasciato indietro, a prima di quel 17 febbraio 2022 che ha segnato l’inizio di ciò che non avrebbero mai immaginato. Sono gli anziani a sentire con più intensità il bisogno di rinascere dalle ceneri e ritrovare la strada smarrita. La mancanza di lavoro rappresenta una delle sfide più grandi per il popolo ucraino, con conseguenze devastanti come l’accesso limitato a beni essenziali come cibo, medicinali e prodotti per l’infanzia. Lo Stato ucraino è in una grave situazione economica, con sussidi irrisori per coloro che hanno perso tutto e che desiderano lottare per un nuovo inizio, per un futuro migliore. Nonostante tutto, la speranza continua a pulsare nel cuore di queste persone.Palazzo distrutto in Ucraina
I volontari di Antoniano consegnano viveri e beni di prima necessità in Ucraina (maggio 2022).La guerra, ormai, è diventata parte integrante della loro esistenza. Come dice fr. Paskalis: “All’inizio, il suono delle sirene evocava paura e angoscia, temevamo per noi stessi, per i nostri cari, per chi amavamo. Ma adesso quel suono si è fuso con la nostra quotidianità, come la musica e il silenzio. È diventata un’abitudine, purtroppo“.La ricostruzione è un processo lento e faticoso. Kiev, la capitale, sta cercando di riprendersi e la vita sta lentamente tornando alla normalità, ma ogni uscita di casa è accompagnata dall’ombra dell’incertezza. Ogni momento potrebbe essere l’ultimo prima di un nuovo attacco, di un nuovo bombardamento che spazzi via tutto. Tuttavia, in mezzo a questo scenario grigio e desolante, la forza vitale delle persone riesce ancora a brillareUn bambino, nato durante i bombardamenti, è stato battezzato, diventando un simbolo di speranza e rinascita per l’intera comunità. È stato un momento di gioia, un raggio di luce che ha squarciato le tenebre.
A volte sembra che tutto sia perduto, che non ci sia più nulla a cui aggrapparsi, ma poi la speranza riemerge. È lei a guidarci, a darci la forza di continuare, nonostante tutto“, riflette padre Bernard.In questa terra segnata dal dolore, le storie di resilienza e speranza si intrecciano, alimentando una sinergia unica. È l’amore per la propria terra, la tenacia di chi rifiuta di arrendersi e l’aiuto di persone generose che hanno contribuito a fare la differenza. Il sapere di non essere soli offre un raggio di speranza.

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