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Articolo sul teatro

Sette sono le detenute della Casa Circondariale di Montorio che sabato 10 giugno, con
la loro rappresentazione teatrale dal titolo “Da Domani”, hanno suscitato intense
emozioni nel pubblico presente, mettendo a nudo se stesse, raccontando con sincerità
e realismo i loro sogni, le loro aspirazioni e aspettative future. Il gruppo del “Teatro
delle Donne” partecipa da quattro anni alla rassegna del Festival del Teatro scolastico
di Valeggio e ha già ricevuto preziosi apprezzamenti dalla Giuria del Festival
valeggiano formata da esperti teatrali delle Compagnie “Renato Simoni”, la
“Pocostabile” di Avesa, “Aregola d’arte” di Valeggio, oltre che da un apprezzato
coreografo e da due attori. Il tema, filo conduttore della 9° edizione del Festival di
quest’anno, è stato ”Il Teatro ovvero il palcoscenico dei Sogni”, un’idea nata dalla
parafrasi di un versetto tratto da “La Tempesta” di W. Shakespeare: Siamo fatti della
stessa sostanza dei sogni, e nello spazio e nel tempo d’un sogno è raccolta la
nostra breve vita.
Proprio partendo da questa citazione shakesperiana i nove gruppi di studenti che
hanno partecipato numerosi sono riusciti ad elaborare testi teatrali di sicura
originalità. Su questa tematica hanno lavorato anche le 7 detenute della Casa
Circondariale di Montorio che, nei mesi precedenti, si sono messe in gioco, hanno
trovato il coraggio e la forza per guardarsi dentro ed esternare i loro sogni,
chiamandoli con il loro nome, dando loro una forma, una concretezza, trasformandoli
in un obiettivo da raggiungere, in una speranza che le sostiene, nel desiderio di un
nuovo inizio, di una svolta, di una ripartenza, una volta uscite dalle alte mura che le
circondano. Un futuro apparentemente racchiuso in un armadietto ma a cui si
aggrappano per sopravvivere. Attraverso dei simboli, da loro stesse disegnati, queste
attrici così speciali ci hanno spalancato le porte della loro anima manifestando un
grande desiderio di “normalità” fatta di libertà, di contatto con la natura, di lavoro, di
tempo libero da vivere con i propri cari, di famiglia, di amore, di figli da crescere, di
viaggi… Tutto questo grazie al teatro, un mezzo espressivo dalla forte valenza
educativa, che rappresenta una preziosa opportunità per lavorare su di sé, per
costruire la propria identità, per superare paure e blocchi interiori, per imparare a
relazionarsi con gli altri in un contesto di reciproca fiducia e rispetto.
I vantaggi della recitazione si amplificano ulteriormente in un ambiente di reclusione,
dove i rapporti umani sono spesso tesi e conflittuali, e dove le varie situazioni di
svantaggio, di pena e di sofferenza hanno proprio bisogno di questa straordinaria
opportunità per essere risanate e recuperate.
Un ringraziamento è dovuto alla Direzione della Casa Circondariale che, permettendo
la produzione di un testo teatrale, consente alle giovani donne di acquisire maggiore
conoscenza della propria identità culturale pur tra le diversità esistenti. Con
l’approccio alla recitazione teatrale si possono creare le condizioni ideali per favorire
recupero di chi vive una condizione di svantaggio, come lo è la reclusione, offrendo
l’opportunità di rivedere la propria situazione di partenza in vista di un futuro rientro
nella vita sociale e civile.
Ovviamente il Teatro è uno spazio educativo che deve essere opportunamente
costruito e valorizzato.
Il Festival di quest’ anno, ricordiamo, si è tenuto il 4, 5 e 6 maggio presso il teatro
Smeraldo di Valeggio s/M.
Hanno partecipato attivamente all’organizzazione dell’evento il Comune e l’Istituto
Comprensivo Statale di Valeggio s/M Oltre ad importanti aziende del territorio, prima

fra tutte, il Pastificio Avesani, DA SEMPRE PRESENTE, oltre alla Fondazione della BPM,
SERIT, Museo Nicolis, Parco Giardino Sigurtà, Gardaland, Alpe Cimbra di Folgaria ed
infine Miglioranzo Garden e l’Associazione Percorsi di Valeggio s/M.
La loro presenza è stata essenziale per la riuscita della rassegna.
L’organizzazione di tutte le edizioni del Festival è stata curata da Francesco Lo Duca,
già funzionario con funzioni vicarie del Provveditorato agli Studi di Verona.

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